
Un mese a diretto contatto con gli scienziati della prestigiosa università di Cambridge per studiare gli organi colpiti da patologie neurodegenerative: è stata questa l’esperienza vissuta da un gruppo di 15 studenti delle classi V A e V B del corso di Biotecnologie sanitarie dell’istituto tecnico “Nitti” di Cosenza, impegnati in un percorso di alternanza scuola-lavoro nell’ambito del progetto europeo “Molecular cell biology”.
I ragazzi hanno, dunque, potuto affiancare gli esperti del centro “John van Geest for brain repair” di Cambridge, alternando le lezioni alla pratica diretta in laboratorio, verificando in prima persona cosa significhi eseguire esami istologici su cervelli di pazienti colpiti da patologie neurodegenerative e allenandosi a individuare le alterazioni provocate da malattie quali l’Alzheimer, il Parkinson, il morbo di Huntington nonché le tracce dovute a traumi o invecchiamento.
“Per i ragazzi è stata un’esperienza unica – commentano le professoresse Marcella Carbone e Francesca Mazzei – A scuola si occupano di indagini molecolari e fanno esami istologici su vetrini già pronti e acquistati. A Cambridge hanno avuto l’occasione di mettersi alla prova come ricercatori, seguiti da esperti di livello internazionale e in un centro all’avanguardia. Siamo stati il primo istituto superiore a entrare nell’università inglese e a partecipare alle loro attività”.
Nel corso del periodo di studio i ragazzi hanno anche partecipato a seminari e workshop. L’esperienza – dicono i protagonisti – è stata assolutamente entusiasmante. “A Cambridge abbiamo scoperto cosa significa lavorare spinti dalla passione per il sapere e dalla voglia di aiutare gli altri – valuta uno degli studenti del “Nitti”, Francesco Iannelli, di 18 anni – E abbiamo capito quanto sia importante non fare sentire sole le persone colpite da patologie come l’Alzheimer”. “Un’esperienza grandiosa”, gli fa eco la collega Lucrezia Scigliano, 19 anni.
A conferma di tutto questo i risultati ottenuti dagli studenti nei test finali: su 15 studenti impegnati otto hanno ottenuto 10 e lode, due 9 e cinque 10. Il progetto, infine, non è destinato a rimanere isolato. “Per i ragazzi è stata un’occasione di crescita straordinaria – afferma il dirigente scolastico Giorgio Clarizio – perché hanno verificato in laboratorio quello che hanno studiato in classe e sono rimasti affascinati dal mondo della ricerca. La ripeteremo il prossimo anno: ci è stato da poco approvato un progetto gemello”.