Giocare imparando : al via nelle scuole la sperimentazione del Gran Sasso Videogame

Giocare imparando : al via nelle scuole la sperimentazione del Gran Sasso Videogame

Al via la sperimentazione nelle scuole del Gran Sasso Videogame, il game educational dedicato alla fisica delle particelle ambientato nei laboratori del Gran Sasso dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn).

Mercoledì, 27 marzo 2019

Al via la sperimentazione nelle scuole del Gran Sasso Videogame, il game educational dedicato alla fisica delle particelle ambientato nei laboratori del Gran Sasso dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn). Si parte dall’Abruzzo per coinvolgere successivamente gli studenti del Lazio e della Campania. In questa prima fase a essere coinvolti e a potere esprimere la propria valutazione sul videogioco sono oltre 350 ragazzi di età compresa tra i 14 e i 19 anni appartenenti a 15 classi di istituti delle province di L’Aquila, Teramo e Pescara. I risultati raccolti e i materiali didattici che accompagnano il videogioco verranno utilizzati per il rilascio, nel 2019, della versione definitiva in italiano e in inglese sul sito www.gransassovideogame.it.

Gran Sasso Videogame è il primo videogioco ambientato nei laboratori dell’Infn e si qualifica come uno strumento innovativo per far conoscere questa realtà, familiarizzare gli studenti con la fisica e informare loro sulle possibilità offerte dalle carriere scientifiche. Nel gioco si immagina che un imprevisto spazio-temporale catapulti l’alieno Zot nei laboratori del Gran Sasso dell’Infn. Qui soltanto la conoscenza della fisica potrà permettergli di ritornare a casa. Gran Sasso Videogame è uno strumento davvero innovativo per la didattica e il suo utilizzo in classe permette di affrontare in maniera istruttiva e divertente alcuni dei temi di punta della fisica contemporanea. Per potere avere accesso al gioco non è necessario avere conoscenze pregresse e attraverso il videogame si scoprono le finalità degli esperimenti connessi alle principali leggi della fisica, la teoria a essi legata e le grandi sfide tecnologiche che comportano.

Situati tra le città di L’Aquila e Teramo i laboratori del Gran Sasso sono sovrastati da 1400 metri di roccia, ospitano in tre gallerie più di dieci esperimenti che riguardano principalmente la fisica del neutrino, la materia oscura e l’astrofisica nucleare. Sono utilizzati come struttura a livello mondiale da circa mille scienziati provenienti da oltre 25 paesi. È proprio in quest’ambiente che Zot incontrerà gli scienziati che lo aiuteranno a tornare a casa, ma per riuscirci dovrà dare anche il suo contributo rimettendo in funzione alcuni esperimenti. La trama del gioco si articola, così, su ricerche che gli scienziati stanno realmente realizzando. E allora durante il gioco Zot scoprirà, per esempio, dove si trova il metro cubo più freddo dell’universo, cos’è e a cosa serve un cristallo ultrapuro o cosa ci fa in un laboratorio di fisica il piombo romano, recuperato da un relitto affondato lungo le coste della Sardegna e messo a disposizione della ricerca dal Ministero dei beni e delle attività culturali.

Il progetto nasce dalla collaborazione tra l’Infn, l’agenzia di comunicazione scientifica formicablu srl e, per la fase di sperimentazione nelle scuole, ha il contributo dell’Istituto nazionale documentazione innovazione e ricerca educativa (Indire). La realizzazione del videogioco – di genere platform – è stata affidata alla casa di produzione IV production di Ivan Venturi, pioniere dell’industria videoludica italiana ed è il risultato del progetto Pila (Physics In Ludic Adventure) finanziato dal Miur nell’ambito della legge 6/2000 per la diffusione della cultura scientifica.

L’idea del videogioco è nato da una ricercatrice dei ai Laboratori nazionali del Gran Sasso, Alba Formicola. “Da uno sguardo sulla vita quotidiana di mio figlio, sempre immerso nel suo smartphone, mi è sembrato naturale proporre un videogioco per incuriosire i ragazzi alla fisica”, afferma. Successivamente, grazie a una sinergica collaborazione con Francesca Conti , Ceo di formicablu srl, l’idea ha cominciato a prendere forma. “Ero molto curiosa di conoscere i Laboratori del Gran Sasso – dice Conti – Dopo averne percorso le gallerie e avere ascoltato i ricercatori raccontare dei loro esperimenti, la mia curiosità è aumentata ancora di più ed è stato allora che ho visto la sfida della ricerca diventare un gioco”. “Gran Sasso Videogame vuole essere innanzitutto un gioco, dove l'intento divulgativo non limita il divertimento – aggiunge Lisa Lazzarato (formicablu srl) coordinatrice del gruppo di lavoro giocabilità e contenuti didattici – E viceversa la fisica che viene rappresentata non è pura finzione per rendere il gioco più cool, ma una rappresentazione verosimile della ricerca attuale in fisica. Bilanciare questi due aspetti è stata la più grande sfida di questo progetto.”

“Una delle cose più entusiasmanti è stato vedere in Gran Sasso Videogame gli stessi ambienti dei laboratori estremamente fedeli alla realtà – sottolinea Alessia Giampaoli (Lngs), coordinatrice del gruppo di lavoro ambientazione e contenuti scientifici – Fondamentale è stato il confronto i ricercatori per la realizzazione di un prodotto divertente si, ma corretto dal punto di vista scientifico.” “Abbiamo scelto la tecnologia html5 per far sì che il gioco fosse immediatamente accessibile su computer, tablet o smartphone con un solo click – commenta Ivan Venturi fondatore della società incaricata per lo sviluppo del videogioco – senza dover installare nulla, e un genere di gioco, l'avventura “platform”, conosciuto da tutti, grandi e piccoli”.

Ultimo aggiornamento:

Thursday, 18 April 2019

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