Roma, 8 marzo 2016
Vertice Italia-Francia, Giannini: borse studio intitolate a Valeria Solesin contro violenza e terrore
“L’Italia, in collaborazione con la Francia, istituirà un programma di dottorato intitolato a Valeria Solesin, la giovane studentessa italiana uccisa a Parigi nell’attacco terroristico nel teatro Bataclan. Un segnale contro la violenza e il terrore”. Lo ha dichiarato il Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Stefania Giannini, a margine del vertice bilaterale Italia-Francia che si è svolto a Venezia.
Sei le borse previste per corsi con titolo congiunto nei campi della demografia, della sociologia e dei settori scientifici affini, che rispecchiano il percorso formativo di Valeria Solesin. Il programma sarà realizzato nel quadro delle collaborazioni universitarie promosse dall’Università Italo-francese (Uif), la piattaforma che mette a sistema gli atenei italiani e francesi, per le finalità di cooperazione e mobilità tra i nostri due Paesi.
Il Ministro, nel corso degli incontri bilaterali, ha annunciato anche l'imminente estensione del doppio diploma italo-francese (ESABAC) agli Istituti tecnici (in Italia è già attivo nei licei) e la disponibilità a sviluppare progetti di cooperazione nel settore dell’istruzione e formazione professionale con l’obiettivo di promuovere l’occupazione giovanile.
Sul fronte della Ricerca e dell’Innovazione, il Ministro ha ricordato l’eccellente collaborazione fra i due Paesi nel quadro geografico del Mediterraneo per promuovere e sviluppare un “Partenariato per la Ricerca e l’Innovazione nell'Area Mediterranea” (PRIMA) sulla base dell’art. 185 del Trattato di Funzionamento dell’UE per progetti di ricerca nel settore dell’alimentazione e dell’acqua e per lanciare un’iniziativa di programmazione congiunta (JPI) in ambito Horizon 2020, sul tema dei migranti, delle migrazioni e dell’integrazione.
Infine, il Ministro Giannini ha sottolineato l’importanza strategica della cooperazione bilaterale nei settori dello Spazio e della ricerca polare, confermando l’impegno di rinnovare gli accordi esistenti e di estendere i campi di ricerca per far fronte alle sfide globali come il cambiamento climatico e la protezione dell’ambiente e per avanzare le frontiere della conoscenza.