Olimpiadi di Italiano, domani a Torino la finale nazionale
Quasi 70.000 gli studenti iscritti alle selezioni: un nuovo record
In corsa per il podio 82 campioni
Il Ministro Bussetti: “È un’emozione vedere la passione dei ragazzi per la nostra lingua”
Al via oggi a Torino, con la cerimonia di apertura, le Olimpiadi di Italiano giunte alla nona edizione e promosse dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca con la collaborazione dell’Accademia della Crusca. A sfidarsi in gara, domani, saranno 82 studenti delle scuole di tutta Italia e delle scuole e sezioni italiane all’estero. Si tratta dei finalisti selezionati fra i quasi 70.000 ragazzi che hanno partecipato alle competizioni di istituto e regionali in questi mesi. Un nuovo record: i partecipanti non sono mai stati così tanti. Sabato la cerimonia di premiazione, alle 9.00, nell’Auditorium ‘Vivaldi’ della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino. Ad accompagnare la competizione saranno le Giornate della Lingua Italiana: dibattiti, tavole rotonde e seminari con accademici, scrittori e linguisti.
“Queste Olimpiadi non sono solo una gara, ma una festa. E per me è un'emozione vedere tanti ragazzi che si appassionano alla nostra lingua. Ogni anno sempre di più: quando c'è tanto entusiasmo nelle nuove generazioni possiamo solo essere ottimisti. E noi adulti abbiamo la responsabilità di non deludere questa energia”. Così il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti. Il Ministro ha oggi inviato un messaggio di saluto agli 82 finalisti.
Nona edizione da primato
Sono stati 69.254 gli studenti che hanno partecipato a tutte la fasi di selezione, da quelle di istituto alle regionali, fino ad arrivare alla sfida per il podio. Quasi 10.000 in più rispetto alla precedente edizione, quando a sfidarsi sono stati 60.300 alunni e tre volte in più rispetto a cinque anni fa (nel 2015 gli iscritti sono stati 24.920). I finalisti provengono in prevalenza da percorsi liceali. Ma continua ad aumentare la presenza degli iscritti a percorsi tecnici (10.024 contro gli 8.776 dell’anno precedente) e professionali (2.108 in gara rispetto ai 1.779 della passata edizione). Tra tutti gli iscritti le ragazze prevalgono sui ragazzi, rispettivamente sono 26.573 e 42.681. Una tendenza che si inverte nella gara per il podio: 43 i ragazzi e 39 le ragazze. Con 8.328 studenti la Campania è la regione più rappresentata. Seguono Puglia e Lombardia con 7.908 e 6.604 alunni. Piemonte (9 concorrenti), Lombardia (8) e Veneto (7) le più numerose in finale. In crescita anche il numero degli istituti scolastici che partecipano alle Olimpiadi: 1.202 (erano 1.154 nel 2016). E aumenta pure la partecipazione per le scuole e le sezioni italiane all’estero che quest’anno hanno contato 658 iscritti, cento in più guardando all’anno scorso. Quattro i finalisti. Provengono dalla Francia, dalla Germania, dalla Russia e dalla Turchia.
Tra logica e creatività: le gare
Nelle quattro ore a disposizione per la prova conclusiva, i ragazzi dovranno dimostrare non solo una conoscenza approfondita dell’italiano, ma anche capacità di scrittura, di sintesi, di comprensione e di elaborazione del testo.
Le Olimpiadi sono gare individuali per gli studenti delle scuole secondarie di II grado. Quattro le categorie della competizione: Junior e Senior per gli istituti italiani e Junior e Senior per le scuole e le sezioni italiane all’estero. La categoria Junior è riservata agli alunni del biennio. La Senior agli iscritti degli ultimi tre anni di corso. Le prove degli studenti saranno valutate da una giuria di esperti nominata dal Miur e composta da: Gian Luigi Beccaria (presidente onorario), Giuseppe Patota (presidente), Valeria Della Valle, Giovanna Frosini, Giorgio Graffi, Carla Marello, Gino Ruozzi, Sergio Scalise, Elettra Solignani, Silvia Tatti.
Dietro le gare: il ritratto di una generazione
Il racconto delle Olimpiadi è anche il racconto di una generazione. È il racconto dei sogni, delle ambizioni, delle realtà di questi ragazzi. “Il mio sogno è di cambiare il mondo in maniera tale da renderlo migliore”, confida Elena. Mentre Nicola aspira a “raggiungere la felicità personale”. “Vorrei rendere ogni giorno diverso dal precedente”, il desiderio di Veronica. Molti sperano di riuscire a diventare “bravo” dottore, o ambasciatore, o ricercatore, o insegnante. In tanti hanno già alle spalle una esperienza di studio all’estero perché “è importante andare oltre la propria cultura”. E tra un sogno e l’altro poi c’è il quotidiano della propria età. Che non è solo lo studio, la famiglia o gli amici. Ma è anche quella fatta dal volontariato, dal teatro, dallo sport, dalla cucina, o dalla musica (in tanti rivelano di ascoltare la classica e di suonare uno strumento).
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