"Cultura del rispetto è unica risposta efficace per contrastare abusi e discriminazione”
"L’unica risposta efficace alla violenza contro le donne è diffondere, a tutti i livelli della società, la cultura del rispetto. L’iniziativa della Regione Lazio è lodevole e voglio ringraziare il Presidente Zingaretti per questo impegno: investire sulle nuove generazioni vuol dire mettere in campo politiche di lungo termine per risolvere una questione che non è emergenziale ma strutturale, risultato di rapporti diseguali tra uomini e donne. Dobbiamo combattere questi squilibri e promuovere un’educazione al rispetto dei diritti di ogni persona, così come è stabilito nella nostra Costituzione, all’articolo 3. E farlo quotidianamente, non soltanto per effetto della suggestione del momento, della rabbia nata dalle vicende che scuotono le nostre coscienze. La scuola e le istituzioni giocano un ruolo di primo piano". Così la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, a proposito di "Le scuole contro la violenza sulle donne. Oltre l’indignazione, l’impegno!", l’iniziativa di mobilitazione culturale, lanciata dalla Regione Lazio e proposta a tutte le scuole del territorio per la giornata del 25 settembre.
"Il Miur – spiega Fedeli - è da tempo impegnato per far sì che le giovani e i giovani che frequentano i nostri istituti siano espressione concreta dei valori di uguaglianza e di libertà, che sono fondanti in società giuste e di pari opportunità. Le nostre scuole svolgono una funzione fondamentale, sono un luogo di osservazione e di intervento privilegiato in questo senso: grazie all’assidua frequentazione, la comunità educante può cogliere i segnali che portano all’emersione delle violenze subite dalle giovani e può fare molto in termini di prevenzione. A breve lanceremo un Piano di educazione al rispetto: ogni giovane deve sapere di vivere e agire all’interno di comunità nelle quali le differenze sono fonte di arricchimento e non motivo di emarginazione, discriminazione e abuso. Renderemo disponibili le linee guida nazionali per l’attuazione dell’articolo 1, comma 16, della legge 107 del 2015. Punteremo alla formazione delle docenti e dei docenti, inserendo il tema del contrasto alla violenza di genere tra quelli di approfondimento e lavoreremo per far sì che negli atenei ci sia spazio per percorsi di valorizzazione degli studi di genere e di formazione di tutte le professionalità legate alla prevenzione della violenza. Inoltre, il Ministero è coinvolto in un gruppo di lavoro specifico, all’interno dell’Osservatorio nazionale dedicato alla questione, con l’obiettivo di elaborare un nuovo Piano antiviolenza e stiamo pensando di avviare un tavolo di lavoro con l’Aie, l’Associazione italiana editori, per riflettere sul linguaggio e sui contenuti dei libri di testo ma anche per evidenziare il contributo delle donne in tutte le discipline. Una scelta importante, che ribalta l’attenzione nei confronti di questa componente della nostra società, ancora, purtroppo, vittima di pregiudizi e stereotipi culturali".
"Educare al rispetto e alla parità tra i sessi – aggiunge la Ministra – vuol dire anche rafforzare le bambine, le ragazze, le donne, assicurando loro libertà di scelta per la propria vita personale e professionale. Ribadire che non ci sono strade che non sono percorribili per via del loro sesso. Che l’unica via per la loro realizzazione personale risiede nelle loro capacità, nei loro talenti e nei loro sogni".
"Tutto ciò che viene fatto deve essere portato a segno. Da senatrice sono stata la prima firmataria della proposta per una Commissione parlamentare contro la violenza sulle donne, per verificare periodicamente l’attuazione della Convenzione di Instanbul. Una commissione che si è insediata a gennaio scorso dopo aver raccolto l’appoggio di tutte le forze politiche, con il voto praticamente unanime di tutta l’Aula. Ma è importante e ormai irrimandabile mettere in campo un’alleanza vasta e solida per fermare una volta per tutte la violenza sulle donne. Troppo a lungo la questione è stata affrontata, guardando soltanto all’universo femminile, come se femminicidi, stupri, discriminazioni fossero un problema di una certa parte della popolazione. Non c’è niente di più sbagliato. La violenza sulle donne riguarda tutte e tutti. Dobbiamo smettere di tenere l’obiettivo fisso sulle vittime e cominciare a occuparci anche di chi le ha rese tali. Solo così ci renderemo conto di essere parte in causa, di essere responsabili di ciò che avviene nelle nostre società. Possiamo prevenire e contrastare abusi e aggressioni solo assumendoci, ciascuno per la propria parte, le nostre responsabilità educative: scuole, famiglie, territori, media, social", conclude la Ministra.