Maturità, Bussetti rassicura: “La Storia ci sarà”
“Sono grato alla Senatrice a vita Liliana Segre per l’attenzione che rivolge sempre all’educazione dei nostri studenti impegnandosi in prima persona, con un sacrificio che possiamo solo immaginare, per trasmettere loro la memoria della Shoah e dei terribili fatti dei quali, purtroppo, è stata protagonista nel secolo scorso. E anche alimentando il dibattito pubblico sul valore della Storia nella formazione dei giovani”. Lo scrive il Ministro Marco Bussetti in una lettera inviata oggi a Repubblica.
“È un tema che sta a cuore a entrambi - prosegue il Ministro -. Sul quale ci siamo anche confrontati direttamente in occasione di un evento pubblico al quale abbiamo partecipato a Milano. Rispetto la posizione della Senatrice Segre. E voglio rassicurarla in questa sede, così come avvenuto di persona, sul fatto che il Ministero che ho l’onore di guidare non ha alcuna intenzione di penalizzare una disciplina come la Storia, fondamentale per la crescita di cittadini responsabili e consapevoli. Non ci sarà alcuna penalizzazione nemmeno nell’Esame di Stato. Anzi. La Storia sarà presente nelle prove di giugno. È il mandato che ho dato personalmente al gruppo di lavoro incaricato di predisporre le tracce di Italiano”.
“Il 19 febbraio scorso i nostri studenti hanno avuto la possibilità di misurarsi con una simulazione della prima prova scritta della Maturità. I testi proposti dimostrano ciò che dicevo poco fa: la Storia non è mancata e non mancherà nelle tracce. E potrà essere proposta, in modo trasversale, non in una sola tipologia di prova, come accadeva prima, ma in più tracce. Nell’analisi e nell’interpretazione di un testo letterario, come anche nell’analisi e nella produzione di un testo argomentativo. I primi dati sulle scelte dei maturandi relative alle simulazioni di qualche giorno fa ci dicono che i ragazzi si sono “distribuiti” su più prove, non c’è stata una polarizzazione rispetto a una specifica tipologia. Le tracce di argomento storico erano più di una e sono state affrontate e apprezzate da moltissimi ragazzi. Questo vuol dire, in sintesi, che gli studenti hanno potuto affrontare temi storici più che in passato”.
“I giovani sono il futuro del Paese. Vogliamo per loro un’educazione di qualità: lo studio della Storia è fondamentale e non abbiamo alcuna intenzione di eliminarlo dalla loro formazione”.