Un progetto sperimentale per l’evoluzione delle competenze linguistiche negli istituti professionali
È imponente il gap nelle competenze linguistiche degli studenti che frequentano il secondo anno degli istituti professionali rispetto ai coetanei inseriti nei percorsi liceali e tecnici che si registra ogni anno dai risultati delle rilevazioni campionarie condotte dall’INVALSI nelle Marche. Differenze che investono fino a un 25% del punteggio medio nazionale, confermando la preoccupante tendenza alla polarizzazione dei risultati di apprendimento in atto nella regione, come peraltro nel resto del paese.
Partendo da questi dati, l’Ufficio scolastico regionale per le Marche ha promosso un progetto sperimentale che è stato inserito dal Ministero dell’Istruzione fra i “progetti innovativi di rilevanza strategica” e finanziato con un impegno di spesa di 50.000 euro. L’iniziativa, che ha lo scopo di contribuire al compito istituzionale di assicurare la realizzazione effettiva della “equivalenza formativa di tutti i percorsi”, è stata presentata a Jesi (Ancona) in un convegno dal titolo “Verba et Acta”.
Il progetto si avvale della collaborazione dell’Università Roma Tre, dell’Istituto di linguistica computazionale “Zampolli” di Pisa (CNR) e dell’IIS “Cuppari-Salvati” di Jesi e prende spunto da una precedente ricerca realizzata nella scuola primaria da Benedetto Vertecchi, pedagogista e professore emerito dell’ateneo romano. Con i dovuti adattamenti al contesto dell’esperimento marchigiano, si parte dall’assunto che al diminuire della pratica della scrittura corrisponde un impoverimento delle capacità tecniche, linguistiche ed emozionali, mentre l’esercizio quotidiano inverte questa deriva. Di qui la scelta di proporre agli studenti di un campione di classi prime degli istituti professionali la pratica quotidiana di una scrittura breve (non più di venti minuti), corsiva, non soggetta a correzione né a valutazione, per verificare, tramite una serie di indicatori, se questa nel tempo accresce la padronanza di esecuzione, le competenze linguistiche, l’intelligenza emotiva, la capacità di astrazione e i consumi culturali, migliorando allo stesso tempo l’apprendimento e il comportamento.
L’esperimento è rivolto a un campione di classi prime rappresentative dei territori e dei diversi indirizzi attivati nella regione, le cui produzioni linguistiche saranno digitalizzate e sottoposte a trattamento automatico della lingua allo scopo di verificarne l’evoluzione nell’arco temporale di nove mesi (tre trimestri) di scuola.
Il progetto, anche attraverso la rilevazione di un ampio spettro di dati di sfondo, consentirà di verificare l’efficacia di una misura di intervento innovativa e facilmente esportabile e replicabile a fronte di una grave emergenza educativa.