L’iniziativa inserita dal Ministero fra i “progetti innovativi di rilevanza strategica” di livello nazionale Il progetto si avvale della collaborazione dell’Università Roma Tre, dell’Istituto di linguistica computazionale “Zampolli” di Pisa (CNR) e dell’IIS “Cuppari-Salvati” di Jesi
(Ancona, 6 febbraio 2024) È imponente il gap nelle competenze linguistiche degli studenti che frequentano il secondo anno degli istituti professionali rispetto ai coetanei inseriti nei percorsi liceali e tecnici che si registra ogni anno dai risultati delle rilevazioni campionarie condotte dall’INVALSI nelle Marche. Differenze che investono fino a un 25% del punteggio medio nazionale, confermando la preoccupante tendenza alla polarizzazione dei risultati di apprendimento in atto nella regione.
Partendo da questi dati, l’Ufficio scolastico regionale per le Marche ha promosso nel 2020 un progetto sperimentale che è stato inserito dal Ministero dell’Istruzione fra i “progetti innovativi di rilevanza strategica” di livello nazionale e finanziato con un impegno di spesa di 50.000 euro. Un’iniziativa che ha lo scopo di contribuire al compito istituzionale di assicurare la realizzazione effettiva della “equivalenza formativa di tutti i percorsi”
Ora, dopo la pausa forzata dovuta all’emergenza pandemica, riprendono le attività del progetto, presentato in un convegno svoltosi oggi a Jesi, che si avvale della collaborazione dell’Università Roma Tre, dell’Istituto di linguistica computazionale “Zampolli” di Pisa (CNR) e dell’IIS “Cuppari-Salvati” di Jesi e prende spunto da una precedente ricerca realizzata nella scuola primaria da Benedetto Vertecchi, pedagogista e professore emerito dell’ateneo romano.
Con i dovuti adattamenti al contesto dell’esperimento marchigiano, si parte dall’assunto che al diminuire della pratica della scrittura corrisponde un impoverimento delle capacità tecniche, linguistiche ed emozionali, mentre l’esercizio quotidiano inverte questa deriva. Di qui la scelta di proporre agli studenti di un campione di classi prime degli istituti professionali la pratica quotidiana di una scrittura breve (non più di venti minuti), corsiva, non soggetta a correzione né a valutazione, per verificare, tramite una serie di indicatori, se questa nel tempo accresce la padronanza di esecuzione, le competenze linguistiche, l’intelligenza emotiva, la capacità di astrazione e i consumi culturali, migliorando allo stesso tempo l’apprendimento e il comportamento.
Al convegno sono intervenuti Benedetto Vertecchi e Francesco Agrusti, dell’Università Roma Tre, Felice Dell’Orletta e Giulia Venturi dell’Istituto “Zampolli” e la responsabile dell’area per la valutazione delle scuole dell’INVALSI, Michela Freddano.